Surreal Manipulations By Alexis Persani
Self Discovery in Mind Boggling Surrealism By Martin Marcisovsky
The First Day By ~theflickerees
Underwater photography by Phoebe Rudomino
Jacek Yerka’s Surrealist Paintings Suspend Belief
Surreal Manipulations By Alexis Persani
Self Discovery in Mind Boggling Surrealism By Martin Marcisovsky
The First Day By ~theflickerees
Underwater photography by Phoebe Rudomino
Jacek Yerka’s Surrealist Paintings Suspend Belief
Dennis Ziliotto è un fotografo del nord Italia . La sua fotografia bizzarra ha trasformato in arte il pazzo e il fiabesco, buon divertimento!
L’autore di questa serie di fotografie è Ionut Caras, nato nel febbraio della fine degli anni 70 e dotato di una fantastica abilità di manipolazione fotografica. Egli visita il lato più oscuro di quello che la gente può vedere nei sogni, non necessariamente considerato negativo, ma forse un sogno che non si capisce o che ci fa sentire soli. Visita anche la definizione di arte, l’arte attraverso i sogni. Per saperne di più questo è il suo sito web: http://carasdesign.com/
Ben Goossens è un fotografo belga che crea fotomontaggi sperimentali-surrealisti modificando le fotografie con l’uso dell’aerografo e della manipolazione digitale, con eccellenti risultati. Magritte è dietro l’angolo…
Gilbert Garcin è nato a La Ciotat, una località francese vicino a Marsiglia, nel 1929. Dopo essersi laureato in Economia, dirige una società di importazione di lampadari . Inizia a scoprire la fotografia solo dopo il pensionamento a 65 anni.
A circa tre anni dall’ entrata in pensione Garcin vince un certamen fotografico che gli permette di assistere ad un workshop tenuto nella cittadina di Arles dal fotografo francese Arnaud Claas, la cui produzione è accostabile alla poetica surrealista. Durante il corso rimane folgorato dalle potenzialità espressive offerte dal fotomontaggio e dall’assemblage fotografico.
In breve tempo diventa celebre a livello internazionale grazie allo uno stile visionario e particolare che caratterizza le sue opere. Le immagini di Gilbert Garcin ci regalano un progetto estetico capace di sorprendere sia chi guarda sia chi investiga. Immagini che non sono simboli chiusi , ma frammenti di un racconto aperto alle evocazioni emozionali.
Le foto di Garcin posseggono la difficile concisione e intensità che hanno le poesie. E come le poesie si aprono a diversi significati e letture. Garcin nasconde la realtà esteriore per dar vita ad un mondo fittizio ed irreale, abitato da un unico personaggio, un signore senza nome e senza storia, in cui ognuno si può identificare. Attraverso situazioni assurde e paradossali il “Signor Nessuno” ci invita a riflettere su dilemmi filosofici come il tempo, la solitudine e l’esistenza.
Il lavoro del fotografo francese pone una serie di domande universali sul senso dell’esistenza umana. La crudezza della sua tecnica, combinata con l’intelligenza dei temi, viene accompagnata da un uso dell’umorismo che serve a stemperare i toni e consente alle persone di entrare in sintonia con il personaggio. I riferimenti e le analogie culturali, che suggeriscono ulteriori e stimolanti livelli di lettura della sua opera, sono spesso lampanti . La visione di Garcin è accostabile al surrealismo lucido di Magritte.
E ‘possibile visualizzare lo spazio senza considerare la posizione dell’uomo in esso?
Possiamo guardare lo spazio nella sua purezza senza istintivamente proiettare situazioni umane, relazioni su di esso?
Guardando le opere d’arte, si ha l’impressione che la serie prenda in esame il rapporto tra l’uomo e lo spazio dato che le immagini raffigurano figure solitarie galleggianti in vaste campate di spazio. Ma, come il concetto di solitudine descrive la relazione tra l’individuo e il mondo esterno, così le immagini raffigurano il rapporto tra l’individuo e il mondo esterno, piuttosto che il rapporto del genere umano e lo spazio. Lo spazio fisico è solo un segmento del mondo, ma gli sfondi raffigurati simboleggiano il mondo esterno in un senso molto più ampio.
Tutte le fotografie mostrano gli esseri umani in un ambiente artificiale, l’uomo-costruito, che offre una serie di possibili associazioni: uomo contro edificio più piccolo rispetto al grande, temporanea contro permanente, vita contro senza vita. Gli spaziosi edifici mostrati nelle immagini fanno da sfondo ai rapporti sociali.
Le figure rappresentate nelle fotografie sono fisicamente staccate da ogni singolo angolo dell’edificio dato che funge da sfondo, come se si fossero liberate dalle barriere dell’esistenza comunitaria. La loro postura rilassata, invece, racconta la solitudine di un’introversione più deliberata e calma, una sorta di solitudine auto-imposta temporanea piuttosto che l’isolamento senza speranza e aggressivo. Essi sembrano galleggiare in una libertà surreale.