Archivi categoria: Real & Surreal

THE SURREALITY OF THE SITUATION

Ceslovas Cesnakevicius

Mirrors – The symmetrical nature of Traci Griffin

Patterns – Darius Klimczak

Levitation By Louis Stilling

DAVID NEMCSIK

Elliott Erwitt

Chicago’s Freezing Fire

Pedro Dias and Rica Ramos

Vintage Surreal Illustrations by Catrin Welz-Stein

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dennis ziliotto wonderland photography

Dennis Ziliotto è un fotografo del nord Italia . La sua fotografia bizzarra ha trasformato in arte il pazzo e il fiabesco, buon divertimento!

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ENTER THE SURREAL WORLD_PH

Strange And Cinematic Photographs By Alena Beljakova

 

Julie De Waroquier

 

Surreal Photo Manipulations by Arno Rafael Minkkinen

 

Girl In A Bottle

 

Aldo Sperber

 

Nicholas-Scarpianato

 

Wilma Hurskainen

 

 

 

 

 

 

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ENTER THE SURREAL WORLD

bozic

 

Cluedo Julien Pacaud • Illustration • Perpendicular Dreams

 

Alice In Wonderland Concept Art By Bobby Chui

 

Surreal Digital Art by Max Mitenkov

 

 

 

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Elephant Series by Ionut Caras

L’autore di questa serie di fotografie è Ionut Caras, nato nel febbraio della fine degli anni 70 e dotato di una fantastica abilità di manipolazione fotografica. Egli visita il lato più oscuro di quello che la gente può vedere nei sogni, non necessariamente considerato negativo, ma forse un sogno che non si capisce o che ci fa sentire soli. Visita anche la definizione di arte, l’arte attraverso i sogni. Per saperne di più questo è il suo sito web: http://carasdesign.com/

 

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BEN GOOSSENS

Ben Goossens è un fotografo belga che crea fotomontaggi sperimentali-surrealisti modificando le fotografie con l’uso dell’aerografo e della manipolazione digitale, con eccellenti risultati. Magritte è dietro l’angolo…

 

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GILBERT GARCIN: ALLEGORIE FOTOGRAFICHE DI POESIA SURREALISTA

Gilbert Garcin è nato  a La Ciotat, una  località francese vicino a  Marsiglia, nel 1929. Dopo essersi laureato in Economia, dirige  una  società di importazione di lampadari . Inizia a scoprire la fotografia  solo dopo il pensionamento a 65 anni. 

A circa tre anni dall’ entrata in pensione Garcin  vince un certamen fotografico che gli permette di assistere ad un workshop tenuto nella cittadina di Arles dal fotografo francese Arnaud Claas, la cui produzione è accostabile alla poetica surrealista.  Durante il corso  rimane folgorato dalle potenzialità espressive offerte dal fotomontaggio e dall’assemblage fotografico.

In breve tempo  diventa celebre a livello internazionale grazie allo uno stile visionario  e particolare che caratterizza le sue opere. Le immagini di Gilbert Garcin  ci regalano un progetto estetico capace di sorprendere  sia chi guarda sia chi investiga. Immagini  che non sono simboli chiusi , ma frammenti di un racconto aperto alle evocazioni emozionali.

Le foto di Garcin  posseggono la difficile concisione e intensità che hanno le poesie. E come le poesie si aprono a diversi significati e letture. Garcin nasconde la realtà esteriore per dar vita ad un mondo fittizio ed irreale, abitato da un unico personaggio, un signore senza nome e senza storia, in cui ognuno si può identificare. Attraverso situazioni assurde e paradossali il “Signor Nessuno” ci invita a riflettere su dilemmi filosofici come il tempo, la solitudine  e l’esistenza. 

Il lavoro del fotografo francese pone una serie di domande universali sul senso dell’esistenza umana. La crudezza della sua tecnica, combinata con l’intelligenza dei  temi, viene accompagnata da un uso dell’umorismo che serve a stemperare i toni e consente alle persone  di entrare in sintonia  con il  personaggio. I riferimenti e le analogie culturali, che suggeriscono ulteriori e stimolanti livelli di lettura della sua opera, sono spesso lampanti . La visione di Garcin  è accostabile al  surrealismo lucido di Magritte.

In ambito cinematografico alcuni critici hanno individuato un’affinità col regista Jacques Tati, per lo humor venato di malinconica poesia nell’affrontare le tematiche più scomode.  Attraverso un metodo artigianale di lavoro e un uso del collage crea piccoli modelli di scenografie teatrali, Garcin  mette in scena l’espressione della passione e dell’eloquenza, l’uomo diviso tra ragione e istinto; immerso nella sua tragicità esistenziale.

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FLOATING di Bence Bakonyi

E ‘possibile visualizzare lo spazio senza considerare la posizione dell’uomo in esso?

Possiamo guardare lo spazio nella sua purezza senza istintivamente proiettare situazioni umane, relazioni su di esso?

Guardando le opere d’arte, si ha l’impressione che la serie prenda in esame il rapporto tra l’uomo e lo spazio dato che le immagini raffigurano figure solitarie galleggianti in vaste campate di spazio. Ma, come il concetto di solitudine descrive la relazione tra l’individuo e il mondo esterno, così le immagini raffigurano il rapporto tra l’individuo e il mondo esterno, piuttosto che il rapporto del genere umano e lo spazio. Lo spazio fisico è solo un segmento del mondo, ma gli sfondi raffigurati simboleggiano il mondo esterno in un senso molto più ampio.

Tutte le fotografie mostrano gli esseri umani in un ambiente artificiale, l’uomo-costruito, che offre una serie di possibili associazioni: uomo contro edificio più piccolo rispetto al grande, temporanea contro permanente, vita contro senza vita. Gli spaziosi edifici mostrati nelle immagini fanno da sfondo ai rapporti sociali.

Le figure rappresentate nelle fotografie sono fisicamente staccate da ogni singolo angolo dell’edificio dato che funge da sfondo, come se si fossero liberate dalle barriere dell’esistenza comunitaria. La loro postura rilassata, invece, racconta la solitudine di un’introversione più deliberata e calma, una sorta di solitudine auto-imposta temporanea piuttosto che l’isolamento senza speranza e aggressivo. Essi sembrano galleggiare in una libertà surreale.

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